A seguito dell’esposizione Animalia di Losanna del 16 e 17 ottobre 2010 è stato fondato un nuovo Club svizzero del gatto Sacro di Birmania avente il nome di "Club Birmano Svizzera". Dal 1° gennaio 2011, il Club Birmano Svizzera è membro a pieno titolo della Società svizzera del gatto di razza, la SSC, che rappresenta i suoi soci alla Federazione Felina Elvetica, la FFH.
L’obiettivo del Club Birmano Svizzera è quello di promuovere il gatto Sacro di Birmania e di sostenere l’allevamento serio e senza compromessi di questo magnifico animale
unendo nello stesso Club sia gli allevatori che i proprietari di Sacri di Birmania.
Sviluppando delle relazioni con gruppi specializzati aventi gli stessi interessi a livello nazionale, così come con le organizzazioni internazionali all’interno della Federazione Felina, il Club
vuole dare al gatto Sacro di Birmania il posto che merita nel mondo felino . Il Club vuole anche essere anche un campo di scambio di esperienze e fornire ai suoi membri una consulenza
teorica e pratica per tutto ciò che riguarda l'allevamento, la genetica, la cura e l'alimentazione del birmano.
Il club organizzerà degli shows speciali e stand informativi alle esposizioni feline per promuovere la diffusione del gatto Sacro di Birmania e far conoscere al grande pubblico la bellezza e le
caratteristiche tipiche di questa razza. Il Club aiuterà inoltre i suoi soci allevatori a trovare la migliore sistemazione per i loro cuccioli.
Chiediamo a tutti i mebri attivi e passivi del club di pagare le quote annuali in tempo utile.
Si prega di effettuare il pagamento sul seguente conto:
Birma Club Schweiz
Rigistrasse 17
5622 Waltenschwil
CH13 0076 1647 9726 5200 1
Grazie mille per il tuo contributo alle casse del club.
Siamo anche felici di accettare donazioni per l'associazione.
Puoi utilizzare lo stesso conto bancario per questo. Si prega di notare quando si paga che si tratta di una donazione.
Garzie per la vostra donazione; ne siamo felici.
Il Sacro di Birmania ha una morfologia speciale, tipica della razza che viene ben definita nel suo Standard. È un gatto di taglia media, dal corpo leggermente allungato con zampe corte e solide. La testa ha la fronte leggermente bombata, orecchie medie e ben distanziate. Le guance sono piene, il mento forte e il naso di media lunghezza, lievemente incurvato e senza stop. Gli occhi, leggermente ovali, sono di un blu intenso. Il mantello, semilungo o lungo nella gorgiera e in altre parti del corpo, ha una tessitura setosa, con scarso sottopelo. Caratteristica dei Birmani sono i guanti bianchi, che devono essere regolari e simmetrici.
Il colore del Birmano è determinato dalle tonalità che assumono le estremità, dette points. Da qui i nome colourpoint (punte colorate). I points sono le parti più fredde del corpo: muso, orecchie, zampe, coda e nei maschi anche i genitali. Il resto del corpo invece, ha una tinta molto chiara che può variare dal color "guscio d'uovo" anche dorato, con una leggera sfumatura del colore del point al colore chiarissimo della magnolia
A metà strada tra il siamese, di cui possiede le punte colorate (points) e il colore del corpo, e il persiano dal quale ha parzialmente ereditato la pelliccia, il Sacro di Birmania è un gatto socievole, equilibrato, dolce, vivace, affettuoso, che adora il contatto umano, molto fedele e legato al proprietario, con il quale instaura un legame unico e profondo. I suoi profondi e magnetici occhi blu, gli conferiscono uno sguardo intenso e molto espressivo, che non vi lascerà mai indifferenti. È un membro a tutti gli effetti della famiglia a cui si lega molto, mentre verso gli estranei, può mostrare interesse e curiosità oppure indifferenza.
Il suo amore per il gioco, senza essere mai troppo esuberante, lo rende un compagno ideale per i bambini, di cui sarà un fidato amico, dolce e gentile. Il suo affetto, la sua fedeltà, senza mai essere invadente, fanno dei Birmani degli eccellenti compagni di vita anche per le persone anziane.
Questa razza non ama la solitudine, ed è consigliato non lasciarlo troppe ore da solo. Ne soffrirebbe; se siete assenti molte ore al giorno allora è bene affiancargli un compagno felino che possa fargli compagnia. Il Birmano è un gatto che gradisce la compagnia di altri animali domestici, ai quali si affeziona e convive pacificamente.
Ci sono molte versioni della leggenda che narra del Sacro di Birmania. Questa che riportiamo è la prima, estratta dall'opera di Marcel Reney, "Nos amis les chats" - I nostri amici gatti (Edizione Ch. Grasset, Ginevra, 1947) che a sua volta fa riferimento ad un articolo pubblicato dal veterinario Fernand Mery nel 1926 in Minerva, una rivista femminile (edita dal 1925 al 1938) con la quale collaborava. La leggenda gli era stata raccontata dalla scrittrice Marcelle Adam, segretaria del sindacato degli scrittori francesi.
«Molto tempo fa, in Birmania, nel monastero di Lao-Tsun, vivevano dei pacifici monaci chiamati Kittah, votati al culto della Dea Tsun-Kyanksé. Questa divinità dal corpo dorato e gli occhi color zaffiro era la Dea della trasmutazione delle anime, che aveva il potere di reincarnare i fedeli Kittah in un animale sacro dopo la loro morte, permettendogli così di rivivere la durata della loro esistenza terrena in veste animale prima di riprendere le loro sembianze in un corpo Aura, corpo della perfezione totale e santa dei sommi sacerdoti.»
«Ma un giorno la serenità di quel remoto luogo di meditazione, fu turbata dall'arrivo dei nemici Phoum che tentarono di penetrare nel tempio. In quel momento il Kittah Mun-Hà muore, accasciandosi ai piedi della statua della Dea Tsun-Kyanksé. Sinh, il suo fedele compagno, sale sul corpo senza vita del maestro e inizia a fissare gli occhi della Dea, come aveva visto fare così tante volte. Non nota la metamorfosi che lo trasforma mentre veglia sul corpo di Mun-Hà durante il viaggio della sua anima; il suo mantello diviene dorato come la pelle della Dea, le zampe, il muso, le orecchie e la sua coda maestosa assumono il colore della terra e diventano brune. La Dea dona a Sinh ciò che ha di più bello: i suoi occhi mutano in un blu zaffiro intenso e profondo. Solo i piedi di Sinh posati sul corpo del monaco, rimangono di un bianco candido, simbolo di purezza . Quando gli occhi del gatto si voltano verso il cancello sud, i Kittah, obbedendo a quello sguardo imperativo, carico di durezza e di luce, si precipitano a chiudere le pesanti porte di bronzo sui primi invasori. Il tempio fu così salvo dalla profanazione e dal saccheggio.»
«Dopo aver vegliato per una settimana sul corpo del suo maestro, senza mangiare né bere, Sinh muore a sua volta, portando al Dio Song-Hio l'anima di Mun-Hà, troppo perfetta ormai per la terra. Quando i monaci sopravvissuti al massacro si riunirono per eleggere il successore di Mun-Hà, tutti i gatti del monastero entrarono nella stanza. Tutti vestivano d'oro ed erano guantati di bianco, tutti avevano mutato in zaffiro profondo il giallo dei loro occhi. E tutti, in silenzio, circondarono il più giovane dei Kittahs, Ligoa, designato così dagli antichi avi, reincarnati per volontà della dea…»
Non è chiaro se questa bella leggenda, è davvero fondata sull'esistenza di questi gatti in un tempio indù, certo è che il maggiore Russel Gordon, un ufficiale di Sua Maestà Britannica, incaricato di proteggere i Kittah dalle invasioni, riferisce questo nelle sue note personali:
«Il tempio di Lao-Tsun è incontestabilmente una delle meraviglie più singolari dell'India, che ben pochi mortali hanno potuto contemplare. È situato ad est del lago Incaougji, tra
Mogaung e Shwebo, in una regione semi-desertica, circondato da una barriera di mura invalicabili. Colà vivevano ancora nel 1898 gli ultimi Kittah e mi fu permesso osservare alcuni di loro
insieme ai loro animali sacri.
Dopo la ribellione e al tempo dell'occupazione inglese della base Bahmo, base molto isolata a causa della sua distanza da Mandalay, abbiamo dovuto proteggere i Kittah da un invasione dei
Brahamini e li abbiamo salvati da un massacro e saccheggio certi. Il loro Lama il Kittah Yotag Rooh-Ougji, mi ha ricevuto e mi ha omaggiato di una placchetta che ritraeva il gatto Sacro di
Birmania ai piedi di una strana divinità, i cui occhi erano fatti di due zaffiri allungati dopo avermi permesso di contemplare i loro gatti Sacri, che erano un centinaio.»
Stando a questo militare, la leggenda si accorda alla realtà...
Si dice che il Birmano sia originario della Birmania occidentale; e certamente la presenza di gatti con marcature simili e’ stata registrata in documenti provenienti dall’antica Tailandia. Una storia afferma che una coppia di gatti fosse stata regalata ad un maggiore inglese chiamato Gordon Russell e al suo amico August Pavie dai sacerdoti della popolazione Khmer; un’altra che i gatti fossero stati acquistati da un americano di nome Vanderbilt da un servitore del tempio di Lao-Tsun dove i gatti erano tenuti come animali sacri.
Qualunque fosse stato il nome dei loro proprietari, molti storici sono d’accordo che i due gatti originali fossero stati inviati in Francia e che il maschio fosse morto durante il viaggio. La femmina, chiamata Sita, sarebbe stata incinta e avrebbe dato alla luce una gattina chiamata Poupee de Madalpour.
Nel 1925 é stato registrato senza ombra di dubbio che la Federation Feline FranSais riconobbe il Sacro di Birmania come una razza da campionato. Una fotografia scattata nel 1930 mostra il maschio del giorno chiamato Dieu d'Arakan che divenne il modello per la razza. Era di proprietá di M. Baudoin- Crevoisier, molto conosciuto come allevatore di birmani a quel tempo. Piu’ tardi Dieu d'Arakan fu venduto alla principessa Ratibor-Hohenlohe insieme ad altri 6 birmani e, successivamente lei li lasciò in testamento al Duca D’Aosta. Infine la loro proprietá fu trasferita alla Contessa Giriode Panissera e la loro discendenza divenne famosa in tutto il mondo. Durante la guerra M. Baudoin- Crevoisier riuscì a mantenere alcuni gatti interi. Il suo campione maschio Orlaff de Kaabaa e la sua femmina Xenia de Kaabaa divennero i gatti fondatori della razza.
Nel 1950 il Birmano venne ribattezzato Gatto Sacro di Birmania e nel 1966 ci fu il riconoscimento ufficiale della razza.
Le foto qui pubblicate sono tratte da "The Secrets of the Sacred Cat of Burma book"
Il colore del birmano è determinato dalle tonalità che assumono le estremità, dette points. Da qui il nome colourpoint (punte colorate). I points sono le parti più fredde del corpo: muso, orecchie, zampe, coda e nei maschi anche i genitali. Invece nel mantello e nelle parti calde del corpo agisce il gene himalayano che inibisce il mostrarsi del colore. Il resto del corpo quindi, ha una tinta molto chiara che può variare dal color "guscio d'uovo" anche dorato, con una leggera sfumatura del colore del point al colore chiarissimo della magnolia. In origine esistevano soltanto gatti Sacri di Birmania di colore Seal point. I Blue point sono apparsi negli anni '50. Questi due colori sono conosciuti come i colori classici del birmano.
A fianco a questi due colori, troviamo un altro gruppo di colori quali il chocolate e il lilac point, il red e il cream point, i tabby point e le tortie point; queste colorazioni sono state introdotte nel birmano tra il 1970 e il 1980 ed erano i cosiddetti nuovi colori.
Nel 2016 i colori Silver tabby point e Smoke point sono stati riconosciuti dalla FIFe, mentre altri colori come il Cinnamon e il Fawn non lo sono ancora.
Possiamo distinguere la categoria dei colori Solidi e quella dei Tabby point (tigrati), inoltre solo per le femmine troviamo quella delle Tortie point (squama di tartaruga) e delle Torbie point (= tortie tabby point, squama di tartaruga + tigrato).
I solidi (non tabby)
Colori di tonalità uniforme (incluso il tartufo). Nei birmani i colori solidi riconosciuti dalla FIFe sono seal, chocolate e red e i loro diluiti rispettivamente blue, lilac e cream.
I birmani di colore solido in giovane età possono presentare sulla mascherina dei disegni simili alla varietà tabby. Questi disegni sono chiamati marche fantasma o ghost-markings e tendono a scomparire con l'età. In alcune varietà, come il rosso e il crema, le marche fantasma possono rimanere presenti per tutta la vita.
I Tabby point
I tabby point sono riconoscibili dalla tipica striatura del loro corpo chiamata "tigratura". Tutti i colori solidi si possono trovare anche nella versione tabby. I tabby point sono molto caratteristici e identificabili mediante particolari disegni del point come la M in mezzo alla fronte, le striature sulle zampe e gli anelli sulla coda, gli occhi e il naso contornati di nero (come se fossero truccati con il kajal per delinearne appunto i contorni), il tartufo del naso che va dal rosa al rosso mattone a seconda dei colori del mantello, sul dorso delle orecchie è visibile una macchia chiara che ricorda l’impronta di un pollice e infine il mento, la parte sotto il tartufo e l'interno delle orecchie sono bianchi.
Le Tortie Point
La colorazione tortie, che geneticamente può essere solo delle gatte femmine (anche se è stata appurata qualche rara eccezione), è determinata dalla mescolanza di due colori. Nello specifico dal seal, blu, choc e lilac + il gene orange, che determina il rosso ed il crema. Della varietà tortie sono riconosciute le seal tortie point (seal+rosso), blue tortie point (blu+crema), chocolate tortie point (chocolate+rosso) e lilac tortie point (lilac+crema). La particolarità delle tortie è che nessuna maschera è mai uguale all’altra, rendendo unica ogni femmina di questa varietà.
Le Torbie Point
Le torbie point sono femmine tortie-tabby point, e presentano ogni caratteristica tortie nella variante tabby in ogni colorazione descritta sopra.
Il codice EMS è adottato dalla FIFe e da tutte le Associazioni nazionali che ne fanno parte.
Il sistema Easy Mind System (EMS) usa una combinazione di lettere e numeri per identificare i gatti (fenotipo). La prima parte del codice EMS, in lettere maiuscole, designa la razza (nel caso del birmano SBI). Le lettere minuscole il colore e le successive sequenze numeriche le altre caratteristiche.
Lo standard è la descrizione accurata dell’aspetto morfologico appartenente ad una razza.
Taglia media.
FORMA ossatura robusta. FRONTE leggermente bombata. GUANCE piene, un poco arrotondate. NASO di media lunghezza senza stop, leggermente incurvato. MENTO forte (consistente).
FORMA abbastanza piccole, con estremità arrotondate. POSIZIONE ben distanziate, leggermente inclinate, non troppo sulla sommità del cranio.
FORMA Poco arrotondati, leggermente ovali. COLORE blu scuro.
STRUTTURA lievemente allungato. I maschi sono più massicci delle femmine.
Corte e forti.
PIEDI arrotondati.
GUANTI la caratteristica del gatto Sacro di Birmania sono i piedi bianchi, chiamati guanti, sia dei piedi anteriori che di quelli posteriori. Questi guanti devono essere di un bianco assolutamente puro. Essi devono arrestarsi all’articolazione ovvero nella zona di transizione tra dita e metacarpi. Sono tollerati guanti bianchi leggermente più alti sulle zampe posteriori.
Sulla fascia plantare delle zampe posteriori i guanti terminano a punta (speroni). Il guantaggio posteriore ideale termina in una "V" invertita che si estende da 1/2 a 3/4 della lunghezza della fascia plantare. Guantaggi più bassi o più alti sono ammessi, ma non devono oltrepassare l’articolazione. E’ importante che i guanti siano di uguale lunghezza e mostrino una simmetria di bianco tra le due zampe anteriori e le due posteriori e, idealmente, tra tutte e quattro le zampe.
Di media lunghezza, a pennacchio.
STRUTTURA lunga o semi-lunga. In armonia con le parti del corpo. Corta sul muso, gradualmente più lunga sulle guance fino a formare una completa gorgiera, lunga sul dorso e sui fianchi. Tessitura setosa. Scarso sottopelo.
COLORE presenta tutte le caratteristiche dei gatti siamesi colourpoint (punte colorate), ma tutti e quattro i piedi sono bianchi (guanti).
Le punte colorate (points) includono muso, orecchie, gambe, coda e genitali. Le punte devono anche essere uniformi ed in buon contrasto con il colore del corpo. Il colore del corpo : come descritto nella parte generale degli standard dei siamesi.
Solo nei gatti adulti il colore delle punte e del corpo è perfettamente sviluppato.
Il Sacro di Birmania presenta una morfologia speciale che è specifica per la razza.
PELLICCIA Bianco puro o chiazze colorate sul torace o sul ventre.
NASO Pigmentazione incompleta del tartufo.
ZAMPE Risalite del bianco (dette anche lacci o runners) sui lati o sulla parte posteriore dei guanti delle zampe anteriori e/o posteriori. Assenza di guantaggio (speroni) sulle zampe posteriori.
PELLICCIA Chiazze bianche sulle parti colorate o il contrario. Macchia bianca sui genitali.